sabato 30 luglio 2005

Ipotesi di complotto

Premesso che su quanto sto (sinteticamente) per scrivere non ho prove che non siano sotto gli occhi di chi vuol vedere, penso che il rientro di Preziosi nel calcio che conta abbia fatto andare la brioscina di traverso a molti. Sì, all'inizio col ripescaggio dalla C (ma ricordiamoci come ci siamo finiti, e del nemico che avevamo all'interno) sembrava che un occhio di tenero riguardo per il grifo qualcuno lo avesse, magari perché pensava fosse ormai innocuo. E questo sentore si era avverato l'anno successivo, con una salvezza risicata nonostante la bontà della squadra. L'anno successivo si cominciano a fare le cose sul serio, viene costruita una squadra che non sfigurerebbe in A e che comincia a macinare risultati clamorosi (5 reti a partita in casa e tre a zero in trasferta non si vedevano nella sponda rossoblu dai tempi di Bagnoli) e allora la preoccupazione in certi ambienti comincia a serpeggiare. Periodicamente vengono fuori voci sui dividendi della Giochi Preziosi che sarebbe in fallimento, inchieste giornalistiche monstre e un allenatore che nonostante lo squadrone (serseunodinoihastaporschefanculocosmi) macina nel girone di ritorno risultati sconcertanti (e spesso ho pensato lo facesse apposta, per i contrasti creatisi col presidente per le voci di un suo precontratto con la Roma o forse altro), e che portano al rosicare l'incredibile vantaggio sulla seconda di 9-10 punti. Alla fine del campionato la squadra non è più la stessa per la (cosciente?) spremitura dei suoi uomini migliori, ma nonostante ciò il traguardo appare luminoso. Che succede allora? Si tenta di innervosire l'ambiente: per la trasferta di Empoli si parla di rischio di guerra (ma non succede nulla e l'esodo rossoblu è fatto dalle famiglie con bimbi), idem per Piacenza. Addirittura il prefetto parla di tolleranza zero verso eventuali tifosi delusi, si proibisce la diretta tv a DeFerrari. E stavolta qualche risultato lo si ottiene. Come un tonno a Camogli Sottil ci casca e rifila un cartone al provocatore di tutta la partita e non sembra neanche vero al giudice sportivo di squalificare mezza squadra (Sottil, Sartor, Scarpi, Stellone e Brevi) alla vigilia della partita più importante degli ultimi dieci anni. E ci si mette pure la tv facendoci passare per criminali. Si destabilizza ancora (stavolta la tifoseria) dicendo che l'invasione festosa è punita con lo 0-3 a tavolino.Arriva il già retrocesso Venezia, squadra allo sbando e senza una lira che comincia a far pressioni tra le squadre meglio messe in classifica per ottenere qualche spicciolo (una su tutti il Torino che fiuta il business e compra una falsa fideiussione pagandola uno sproposito). Cosa viene detto al Genoa (che è intercettato dalla procura già dalla fine del 2004, quasi sicuramente illecitamente)? Ci serve contante, chiudiamo per Maldonado. Impaurito dalle conseguenze di un diniego, Preziosi accetta pensando di aiutare la squadra veneta sull'orlo del fallimento ma “L'è proprio vea che a fa ‘na bon-na asion, o se piggia in to cu”. Del sequestro dei soldi (con un'azione degna del KGB), del contratto trovato con gli stessi, del massacro morale mediatico e dell'inchiesta sino ad oggi sappiamo tutti cosa è successo. Adesso il tentativo di moralizzare il calcio tutto di un botto a spese nostre appare esagerato a molti e sapete come finirà? Magari (e lo spero) mi sbaglio, ma la A ce la dobbiamo scordare, i vari gradi di giudizio ci porteranno a restare in B con quel tanto di penalizzazione da non permetterci di essere ripescati nella massima serie. A meno che stavolta il collegio difensivo non tiri fuori un coniglio dal cilindro. Ma ci chiamiamo Genoa e tradiremmo la nostra storia. In ogni caso dobbiamo tentarle tutte e già da stasera vedranno cosa significa vendere cara la pelle.

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