martedì 2 agosto 2005

Apologia del Genoa e di Preziosi

cari signori giudici, mi ha molto colpito una frase pronunciata dal presidente del palermo Zamparini " mi dispiace per il Genoa, ma non si possono fare certe stupidate ". Il termine "stupidate " mi porta alla mente la marachella compiuta da un bambino che ha rubato le caramelle dal vasetto sulla credenza, colpa per la quale è prevista una sanzione che non può andare ragionevolmente oltre una bella sgridata da parte dei genitori, e non un grave reato come quello di illecito sportivo, di cui siamo in realtà accusati, che prevede invece delle pene così severe e dai risvolti così devastanti! C'è qualcosa che non va nella percezione stessa di ciò che ci viene imputato. La stessa sentenza della commissione disciplinare ha toni molto moralistici, fino a sconfinare addirittura nel paternalismo. Si fa, in altre parole, e forse in mancanza di meglio, della vaga filosofia su ciò che è lo spirito di sportività e su cosa si dovrebbe fare, per poter essere degni di de coubertin, non considerando peraltro che, il contesto generale in cui viviamo, è lontano mille anni luce da quello dell'illustre francese. Forse, quindi, più che con lo snocciolamento delle prove a discarico, e la processione dei testimoni a discolpa, riteniamo che sia più interessante salire al vostro stesso livello, e discutere in primis di cosa sia un vero illecito sportivo! Se un soggetto compie delle infrazioni alle regole per poter ottenere un proprio vantaggio personale, a scapito del giusto diritto di un altro, in quel caso esso si potrà sicuramente definire un reo, anzi, peggio, un baro! In quel caso sicuramente si può parlare di illecito sportivo. Ma se, invece, un soggetto viola quelle stesse regole , sempre per poter ottenere un vantaggio, che altro non è che il conseguimento di un diritto già suo,così difendendolo da attacchi di terzi, e facendolo non va a ledere l'interesse di nessuno, allora non si può più parlare di illecito, ma bensì di un qualcosa di diverso, che in campo penalistico si chiama "legittima difesa"! Noi sosteniamo che sia proprio questo il caso della società Genoa. Per capire meglio ciò che intendiamo, bisogna fare un passo indietro, alla famigerata partita giocata a piacenza. Infatti, in quella occasione, lo spropositato accanimento dimostrato dalla compagine emiliana, andò ben oltre il normale e sano spirito agonistico, che voi giustamente invocate da parte di ogni squadra. Prova ne è che lo stesso allenatore del piacenza fu, a causa delle sue continue intemperanze, espulso dall'arbitro già al ventesimo del primo tempo. Orbene, a tutti coloro che furono presenti in quella occasione, tifosi, giocatori e dirigenti del Genoa, venne il forte sospetto che ci potesse essere stato un qualche incitamento a tale comportamento da parte di terzi. Sospetto che divenne certezza, quando un dirigente del Torino, per ragioni che non interessano al momento, confidò a un dirigente del genoa che c'era in atto un chiaro tentativo di ripetere tale "incoraggiamento" a vincere nei confronti dei veneziani. E questo è un fatto non più in discussione! Ora, bisogna tenere presente una cosa molto importante, infatti il presidente Preziosi aveva in quel momento sulle spalle un peso quasi insostenibile, derivante dai tanti sforzi e sacrifici fatti, nell'ottica di conquistare la promozione in serie A. Sacrifici fatti da giocatori e allenatore, che avevano fatto una cavalcata entusiasmante e sfibrante per tutto il campionato,sacrifici fatti dalla tifoseria, che vedeva col massimo entusiasmo riaprirsi le porte per la categoria superiore, dopo tanti anni di amarezze profonde, e infine, ma ugualmente importanti, sacrifici fatti dal Presidente stesso, che aveva dovuto risanare una situazione pesantissima prima, e fare corposi investimenti poi! Tale peso di responsabilità, non poteva che spingere Preziosi stesso ad agire in qualche modo, proprio per salvaguardare quel diritto di cui parlavamo prima, veramente e genuinamente conquistato sul campo, da contaminazioni e ingerenze di soggetti terzi. A questo punto, rispettosamente vi chiedo di diventare tutti Preziosi, e di, una volta nei suoi panni, pensare a che cosa avreste fatto voi, se vi foste trovati nella sua stessa difficilissima posizione! Certo, si poteva fare una regolare denuncia all'ufficio indagini della figc, ma con quali prove, se non la sola parola spesa in via confidenziale da Cravero? Oppure, e penso che molti di noi avrebbero fatto così, si poteva cercare di medicare la cosa in via privata, accertandosi personalmente che non si verificassero combine ai nostri danni, contattando le dirigenze delle società interessate ( di certo il fatto di essere noi il vicepresidente di lega per la B ha influenzato tale decisione). A questo punto, va fatta un'altra premessa, ugualmente importante. Infatti in quel momento, nei nostri scomodi panni del presidente Preziosi, non avevamo in alcun modo la visione completa di ciò che stava succedendo, in quanto ancora non c'era stata la possibilità di leggere alcuna intercettazione telefonica, e la informazioni che avevamo erano estremamente frammentarie! Sapevamo che c'era stato qualcosa di losco a piacenza, sapevamo, grazie a Cravero, che il Torino si stava muovendo per fare pressioni sul Gallo, sapevamo, tramite un amico comune del giocatore esposito, che il Gallo stesso stava facendo pressioni sulla squadra veneta affinchè facessero risultato contro il Genoa ( cosa di per sè più che lecita, diremmo anzi doverosa, se non fosse per il fatto che, in realtà, era fuori contesto, rispetto alla situazione di una squadra allo sbando, ormai già retrocessa, nella quale vi era un pesante contenzioso per gli emolumenti tra giocatori e società stessa, e anche considerato i modestissimi risultati sportivi ottenuti fino a quel momento!). Signori giudici, se voi foste stati Preziosi, avreste davvero agito in maniera diversa? O non avreste forse anche voi cercato, per tramite di contatti con tutte le parti interessate, di ottenere il normale conseguimento di ciò che era già vostro di diritto, come testimoniavano gli stessi risultati sportivi, raggiunti fino a quel momento? Riassumendo, possiamo dire che, non solo non c'è una vera prova provata di un illecito sportivo, ma anche e soprattutto che, nessuna delle operazioni di normalizzazione condotte dal Genoa,e in special modo dal suo Presidente, si può effettivamente definire un tentativo di togliere ad altri un giusto diritto da loro acquisito, in altre parole un illecito sportivo! Nessun soggetto terzo ne è stato chiaramento offeso o si è visto pregiudicato nei propri interessi, nè il Torino, che cercava di raggiungere, lui sì, un risultato tramite la sofisticazione dell'andamento del campionato, nè sicuramente il venezia, che era già retrocesso, e per il quale il risultato era ininfluente. In quest'ottica, l'unico adebito che può essere fatto alla società Genoa, è quello di omessa denuncia all'ufficio indagini della federcalcio, infrazione che, secondo noi, non può esser punita con sanzioni più gravi che un'ammenda amministrativa, e al massimo un punto di penalizzazione nel campionato che il Genoa si è ampiamente conquistato sul campo, la serie A! Tuttavia, considerati tutti i danni, sia di immagine che finanziari, che sono derivati dalla vera e propria gogna mediatica che si è sviluppata intorno alla vicenda, e a cui è stato sottoposto il Preziosi e la sua società, crediamo di poter asserire di essere francamente già stati puniti a sufficienza. Grazie.

Nessun commento: